Cablaggio strutturato – che cos’è e come funziona?

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Il cablaggio strutturato è un’infrastruttura che permette la trasmissioni di dati e segnali in uno o più edifici. Si tratta di una rete che permette di collegare dispositivi come pc, stampanti, televisori e numerose altre risorse. In questo modo si agevola una comunicazione più efficiente ed istantanea tra gli utilizzatori.

Esiste una normativa europea che riguarda il cablaggio strutturato da dover rispettare sia in fase di progettazione che di installazione. In questo articolo vedremo una guida su reti e cablaggio strutturato adatta a principianti che non lavorano del settore.


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    La necessità di una rete

    Negli ultimi 20 anni è sempre più viva l’esigenza di comunicare e scambiare dati e risorse in maniera rapida. Si condividono testi, video, immagini e applicazioni varie a seconda del settore di riferimento.

    Il cablaggio strutturato nasce per rispondere a questa necessità e si presenta come un’infrastruttura che permette di condividere delle risorse comuni, che siano dati, periferiche o apparecchiature.

    A cosa serve?

    Il cablaggio strutturato può avere diversi tipi di funzioni. Può ad esempio collegare un impianto elettrico alla rete esterna, collegare terminali telefonici attraverso un centralino, collegare dei terminali (host) tra loro ed eventualmente alla rete internet esterna con un router o gateway.

    Il progetto di cablaggio strutturato

    L’infrastruttura da realizzare va progettata a priori a seconda delle necessità dell’ambiente da servire e degli utilizzatori. La scelta del tipo di rete da installare dipende dipende dal tipo di dispositivi da collegare, dalla loro distanza e bisogna considerare anche quelle che saranno le esigenze future.

    Mediamente un impianto di cablaggio strutturato ha una durata di circa 20 anni e sostituirlo anticipatamente comporta una spesa inutile. In questo periodo ci saranno nuove tecnologie (hardware e software) che andranno a sfruttare la rete. In fase progettuale bisognerà tenerne conto.

    I fattori che influenzano una rete

    • Il numero di utenti da servire;
    • La distanza tra i vari utenti;
    • Utilizzo crescente delle risorse di banda;
    • Spazio disponibile per i cavi;
    • Normative e sicurezza;
    • Protezione contro il furto di dati.

    Cablaggio strutturato: i tipi di rete

    Esistono principalmente tre tipi di reti che possono essere considerati in fase progettuale.

    Cablaggio strutturato tipi

    1. Ad anello: un anello attraversa i vari dispositivi. Questo vuol dire che i dati provenienti da un dispositivo saranno visibili da tutti. Un malfunzionamento o un guasto su una zona qualsiasi dell’anello rende inattiva tutta la rete.
    2. A bus: l’esempio è la rete Ethernet. I vari dispositivi si collegano per tutta la lunghezza del cavo. Se si rimuove un elemento, il cablaggio strutturato continua a funzionare.
    3. A stella: prevede il collegamento da un apparato centrale. I vari dispositivi possono essere scollegati senza generare problemi sul resto della rete. E’ senza dubbio quella più utilizzata per l’ampia versatilità consentita agli utilizzatori finali.

    Cablaggio strutturato normativa

    Il cablaggio strutturato degli edifici

    Sostanzialmente le reti LAN degli edifici possono essere ricondotte quasi tutte alla tipologia a stella. I vari dispositivi sono collegati a dei concentratori (HUB) che sono il centro stella.

    All’interno di un edificio generalmente si organizza il progetto per livelli. Dalla sala apparecchiature si diramano i cavi multicoppia o fibre ottiche verso i piani superiori, attraversando quelle che vengono chiamate dorsali di edificio.

    Su ogni livello c’è un quadro di piano da cui si diramano i cavi per il cablaggio strutturale orizzontale. Grazie a questi è possibile la fonia e la condivisione dati tra le varie postazioni di lavoro. Queste a loro volta hanno dei connettori standard modulari (RS) che si allacciano alle apparecchiature informatiche.

    Cablaggio strutturato progetto
    Progetto di un cablaggio strutturato di un edificio | Fonte: mauriziocozzetto.it

    La normativa sul cablaggio strutturato

    Quando si parla di standard per il cablaggio esistono numerosi riferimenti a seconda dell’area in cui ci troviamo. In Europa, ad esempio, la normativa per il cablaggio strutturato è la EN50173 (CEI306-6). Questa è stata poi modificata nel 2002 con la EN50173-1 in cui si fa riferimento alla struttura e alla configurazione dei cablaggi. 

    Sono inoltre precisate quelle che sono le opere di realizzazione e le prescrizioni di prestazioni di ogni impianto.

    L’installazione del cablaggio strutturato ha come riferimento un’altra normativa: la CEI EN 50174, suddiviso in due parti. La seconda riguarda proprio l’installazione all’interno degli edifici. Per le abitazioni si può prendere come riferimento la CEI 306-2.

    I componenti del cablaggio strutturato

    Abbiamo parlato, nella definizione preliminare, di un’infrastruttura spesso definita come un’architettura vera e propria. Questa si compone di componenti passivi ed attivi.

    I componenti passivi

    Sono tutti quei componenti fisici che servono a collegare l’intero impianto, come gli armadi/quadri di distribuzione di edificio e di piano, il patch panel (o selezionatore) e l’insieme di cavi.

    I componenti attivi

    Sono tutti i dispositivi di rete come gli Hub e gli Switch verso cui convergono i vari nodi della rete.

    Installazione del cablaggio strutturato

    Come prevede la normativa, la realizzazione di un cablaggio strutturato efficiente e che garantisca elevate prestazioni ha bisogno di opere edilizie adeguate. Serve innanzitutto lo spazio per la sistemazioni degli armadi o dei quadri e sono poi necessarie delle canalizzazioni per il sistema orizzontale e verticale.

    Possibili problemi e criticità

    Proprio per questa ragione, sarebbe opportuno che il lavoro degli impiantisti procedesse in simbiosi con il lavoro edile. Tutte le canaline per il sistema infatti devono terminare nelle scatole di derivazione, grandi a sufficienza da non curvare i cavi. Questi non possono superare un raggio di curvatura massimo e non possono essere eccessivamente tirati.

    La normativa inoltre impone il numero massimo di cavi che può passare all’interno di ogni canalina e la distanza che ciascuno di questi deve mantenere dai cavi dell’energia elettrica (vedi norma EIA/TIA 569 ed EN 50174-2).

    La scelta dei cavi

    E’ il mezzo trasmissivo che permette il collegamento dell’intera struttura. Rappresenta sicuramente la voce più incisiva sul costo del cablaggio strutturato e va scelto con cura.

    Deve garantire elevate prestazioni, supportando le richieste attuali e anche future, garantendo un’affidabilità nel tempo almeno pari a 10 anni.

    La normativa prescrive tutta una serie di indicazioni sulle prestazioni e sulle caratteristiche fisiche del cavo: impedenza, schermatura, doppino,… 


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