L’illuminazione pubblica stradale incide notevolmente sui costi della bolletta elettrica per le Amministrazioni Pubbliche. Si tratta di una voce fondamentale che garantisce la sicurezza e la vivibilità delle strade e delle città. L’illuminazione pubblica segue una normativa ben precisa regolamentata a livello europeo.
In questa guida vedremo le due principali norme di riferimento: la UNI 11248 e la UNI 13201-2, -3 e -4 aggiornate e riviste più volte nel corso degli ultimi anni. Questo perché l’illuminazione stradale deve seguire dei criteri ben precisi a seconda del tipo di strada da illuminare.
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Tutte le norme che vedremo non sono state recepite con delle leggi nazionali, per cui vanno intese come delle direttive per realizzare impianti illuminotecnici pubblici a regola d’arte.
Approfondimenti: pali illuminazione pubblica: installazione e manutenzione
Tuttavia esistono delle leggi regionali che riguardano la riduzione dell’inquinamento luminoso. Queste norme vanno obbligatoriamente rispettate e generalmente prendono come riferimento due normative europee: la UNI 112428 e la UNI 13201-2.
Il parametro principale su cui verte la normativa sull’illuminazione stradale è la sicurezza, cercando allo stesso tempo di minimizzare i consumi energetici.
Identificando correttamente il tipo di illuminamento necessario per ogni situazione, si evitano inutili sprechi. In assenza zone pedonali, per determinate fasce orarie, la normativa prevede addirittura la possibilità di ridurre sensibilmente l’illuminamento.
Nelle situazioni più rischiose, come negli attraversamenti pedonali, le intersezioni a raso o scuole, la norma sull’illuminazione pubblica prevede invece un aumento dell’illuminamento.
Per quanto riguarda il progetto dell’illuminazione stradale, vengono definite delle aree di studio:
La normativa per l’illuminazione stradale distingue:
La strada pubblica viene quindi divisa in aree di studio e, per ogni zona identificata, si individuano il tipo di strade in base alle disposizioni dell’Ufficio Tecnico Comunale o con gli strumenti urbanistici vigenti.
Noto il tipo di strada si individua una categoria d’ingresso. Ad esempio le strade urbane di quartiere che hanno limite di velocità 50 km/h rientrano in categoria M3.
A questo punto si passa alla determinazione della categoria di progetto andando a studiare i possibili rischi (con una procedura ben precisa) e la categoria illuminotecnica che garantisca il massimo delle prestazioni, minimizzando il consumo energetico, i costi di installazione/manutenzione e l’impatto ambientale.
La normativa sulla pubblica illuminazione stabilisce che il progettista deve specificare il tipo di apparecchio luminoso utilizzato e il piano di manutenzione, come previsto dalla CIE 154:2003.
Mentre la prima normativa riguarda la pubblica illuminazione con riferimento alle condizioni stradali, questa seconda riguarda più nel dettaglio quanto e come illuminare.
Dopo la definizione delle categorie illuminotecniche, è fondamentale la scelta delle lampade. La normativa consiglia di tenere in considerazione alcuni parametri come: efficienza luminosa, possibilità di regolare il flusso luminoso, decadimento dell’efficienza nel tempo, resa del colore e vita utile del dispositivo.
Inoltre si tiene sempre più in considerazione il fenomeno dell’inquinamento luminoso. Le luci ricche di una componente cromatica blu e quindi con una temperatura di colore più fredda, tendono ad essere rifratte maggiormente nell’atmosfera e quindi danno un maggiore disturbo nei cieli notturni.
Rispetto alla versione più vecchia del 2003 sono state modificate le classe stradali, aggiungendo le classi P e HS per le piste ciclabili o pedonali o per le corsie di emergenza. Inoltre è stata introdotta anche la classe SC per quelle zone pedonali in cui, per ragioni di sicurezza, è necessario il riconoscimento facciale.
Sono state modificate alcune formule, tra le quali quella dell’abbagliamento, introdotta per quei casi in cui le fonti luminosi siano molto vicine alla linea visiva.
Altra novità molto significativa è la valutazione energetica (ENI 13201-5) introdotta nel 2015 che introduce due nuovi parametri:
Negli ultimi anni le tematiche di efficientamento energetico sta diventando centrale, non solo per gli impianti elettrici industriali, ma anche per gli impianti pubblici.
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