Quali sono i livelli degli impianti elettrici previsti dalla norma?

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La nuova normativa sugli impianti elettrici prevede una classificazione degli stessi in base alle caratteristiche e al livello tecnologico previsto. In questa piccola guida vedremo che cosa si intende per livelli di impianti elettrici e cosa dice la norma italiana a cui bisogna far riferimento.

 

Livelli impianti elettrici – la norma

La norma CEI 64-8 apporta una significativa novità tenendo conto degli sviluppi tecnologici degli ultimi anni. Si parla di impianti a livelli perché possono essere previsti, in fase di progetto, 3 diversi livelli di prestazioni.

Tutti i riferimenti si trovano nell’allegato A della CEI 64-8/3 entrato in vigore nel settembre 2011 e riguardano sostanzialmente gli impianti elettrici civili, ad uso quindi residenziale. La norma va ad integrare quanto previsto dal DM 37 08 e si pone come obiettivo la sicurezza e l’efficienza di un impianto elettrico a norma.


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Quando si applica?

La nuova classificazione, di cui a breve parleremo, riguarda le nuove realizzazioni ma anche interventi di manutenzione o rifacimento degli impianti elettrici.

La norma non si applica ai beni con valenza storico o architettonica e negli spazi in comune degli edifici residenziali.

Cosa sono i livelli degli impianti elettrici?

Indicano il livello di prestazione garantito dall’impianto elettrico e sono indipendenti dalla classe energetica o dalla categoria catastale. La classificazione degli impianti a livelli è un ottimo modo di valutare la qualità degli impianti stessi.

Il livello 1, quello base, cioè la configurazione minima che deve avere un impianto per essere considerato a norma. I due livelli superiori ne aumentano le prestazioni e la fruibilità, adeguandosi con le nuove tecnologie e servizi presenti sul mercato.

Il livello di prestazione dell’impianto installato deve ovviamente essere dichiarato all’interno della dichiarazione di conformità.

Impianti elettrici livello 1

È il tipo di impianto più essenziale che pone al primo posto sicurezza ed efficienza.  Il livello 1 è obbligatorio per qualsiasi tipo di impianto e al di sotto delle dotazioni minime previste non è possibile scendere.

Prevede degli accorgimenti per rendere l’impianto sicuro, privo di rischi di incidenti domestici e ne ottimizza il ciclo di vita garantendo un’erogazione di energia costante nel tempo.

Impianti elettrici livello 2

Cosa prevede il livello 2 degli impianti elettrici? Siamo ad uno step superiore, con una maggiore fruibilità dell’impianto da parte dell’utente. L’abitazione è più attenta alla gestione dei consumi, per cui c’è un sistema di controllo dei carichi.

Sono inoltre inclusi in questo livello anche videocitofoni e sistemi anti-intrusioni che gestiscono quindi la sicurezza dell’abitazione da possibili minacce esterne. In questo caso, come vedremo, sono previsti più circuiti, più dispositivi di illuminazione di sicurezza, più punti prese e punti luce.

Impianti elettrici livello 3

Si tratta di un’integrazione ulteriore. Oltre a tutto quanto previsto dai livelli 1 e 2, ci sono delle integrazioni di domotica. Per essere classificato come domotico, un impianto elettrico deve avere almeno 4 tra le seguenti funzioni:

  • anti-intrusione;
  • controllo dei carichi;
  • gestione temperatura automatizzata;
  • gestione delle luci;
  • controllo remoto;
  • sistema di diffusione sonoro;
  • rilevazione incendio;
  • antiallagamento e rilevazione gas.

Dotazione dell’impianto a livelli

La dotazione, cioè il numero di dispositivi che fanno parte dell’impianto elettrico, dipende dal livello di appartenenza e dalla superficie calpestabile dell’ambiente.

Per dotazione si intendono il numero e i tipi di prese, i circuiti presenti, antenna TV, punti luce, telefono/dati, videocitofono, impianti di sicurezza, eccetera…

Tabella 1 Allegato A

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Tabella 1 – Dotazioni minime per ambiente | Fonte nt24

Come puoi vedere dalla tabella vengono riportati, per ogni tipo di ambiente (soggiorno, cucina, servizi o camere da letto) il numero preciso di dispositivi minimi in base al numero di metri quadri e al livello di prestazione scelto.

Ad esempio un soggiorno di 20 mq, con impianto di livello 1, deve avere almeno 1 punto luce. Se l’impianto è di livello 2, allora i punti luce diventano due. Se l’impianto elettrico è di livello 3 devono esserci almeno 3 punti luce.

Il valore indicato tra le parentesi quadre si riferisce al numero di prese che possono essere spostati da un locale all’altro. La cosa importante è che il totale non cambi.

Tabella 2 Allegato A

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Tabella 2 – Dotazioni minime impianti su livelli per appartamento | Fonte nt24

Nella seconda tabella vengono invece riportate le dotazioni minime in base alla superficie calpestabile dell’abitazione.

Ad esempio un’abitazione con impianto elettrico di livello 1 e superficie di 50 mq, deve avere almeno 2 circuiti. Se l’appartamento è è di 100mq il numero di circuiti arriva a 4. Aumentano ovviamente considerando il livello 2 e il livello 3.

Potenza dell’impianto a livelli

Per tutte le abitazioni con superficie fino a 75 mq, l’impianto deve essere dimensionato per una potenza contrattuale di 3 kW con il gestore dell’energia. Oltre i 75 mq, il dimensionamento va effettuato per 6 kW.


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    Commenti (4)

    • Salve. Una semplice domanda: non mi è chiaro se per un appartamento di 140 mq è obbligatorio improntare il Livello 2 oppure si puo’ fare tranquillamente il Livello 1 ? Grazie

      • Buongiorno Marco, il Livello 1 è obbligatorio per poter ottenere la conformità dell’impianto elettrico mentre il livello 2 è consigliato come standard minimo.

    • Salve, per una villetta di 120mq su tre livelli è a norma avere un solo magnetotermico prese, uno luce e poi come soli altri circuiti, oltre le pompe di calore, tv, citofono e cancello?

      • Buongiorno Filippo, è difficile dirti se il tuo impianto è a norma “sulla carta”, però se sei nella provincia di Belluno puoi chiamarci per fare una verifica sul posto. Buona giornata.

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