La normativa UNI 10683 dal titolo “Generatori di calore alimentati a legna o altri biocombustibili solidi” definisce i requisiti di verifica, installazione e manutenzione degli impianti di riscaldamento a biomassa (legna, pellet, …).
La norma va a sostituire la UNI 10683:2005 e riguarda sostanzialmente le stufe, le termocucine, le caldaie, i termocamini, le stufe assemblate in opera e le stufe a pellet con potenza nominale non superiore a 35 kW.
Subito dopo le prime definizioni, la normativa presenta nel capitolo 5 le attività preliminari, ovvero la verifica della compatibilità dell’impianto con gli ambienti da servire.
In questa prima prima fase, il tecnico deve effettuare una verifica di idoneità:
NOTA: già in questa prima fase puoi notare come un impianto a norma deve necessariamente avere un sistema per il tiraggio e l’espulsione dei fumi. Questo significa, ad esempio, che non esistono stufe a pellet senza canna fumaria.
Tra le verifiche preventive previste dalla norma UNI 10683 c’è il controllo del luogo in cui verrà installato l’apparecchio, tenendo conto delle esigenze per le future manutenzioni e dell’afflusso di aria comburente. Il tecnico installatore dovrà verifica inoltre la presenza di apparecchi già installati e di possibili criticità che andrebbero a violare le normative vigenti.
La canna fumaria, cioè il sistema di evacuazione dei fumi, rappresenta uno degli elementi più importanti: deve essere presente una documentazione relativa all’impianto (vedi DM 37/08) e la sezione interna deve essere adeguatamente grande.
Ulteriori approfondimenti: cosa dice la normativa sulle canne fumarie?
Nella prima parte, la normativa stabilisce quali sono i luoghi in cui l’installazione non è ammessa. E’ vitata l’installazione, ad esempio, in locali in cui ci siano apparecchi a gas (con o senza produzione di acqua calda), in bagni, camere da letto e monolocali. In questi ultimi casi è possibile solo l’installazione di apparecchi a focolare chiuso e che abbiano un prelievo dell’aria dall’esterno.
Non è ammessa l’istallazione in locali dalle dimensioni minori di 15 mq. Altre prescrizioni sono date dal costruttore.
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La normativa UNI 10683:2012 si sofferma a lungo anche sui requisiti dei sistemi di aerazione ed evacuazione fumi. Ogni apparecchio deve disperdere in atmosfera i prodotti della combustione, attraverso un sistema di scarico a tetto.
Approfondimenti: come e dove avviene lo scarico dei fumi delle stufe
L’evacuazione dei prodotti da combustione può avvenire attraverso un sistema di camino che opera in depressione, oppure attraverso un condotto per intubamento operante in depressione.
La norma vieta l’uso di canne fumarie collettive: il camino può ricevere lo scarico del solo canale da fumo collegato all’apparecchio (salvo casi particolari)
Per essere conforme alla norma UNI 10683 il sistema di evacuazione fumi deve essere dotato di una placca camino che viene fissata dall’installatore e fornita direttamente dal fabbricante.
Per i canali da fumo il regolamento impone il tipo di tubi metallici da usare, le pendenze da considerare per evitare fuoriuscite o limitare la produzione di condense. Eventuali cambi di direzione possono essere raccordati con gomiti non maggiori di 45°.
La norma UNI 10683 impone che il funzionamento avvenga esclusivamente per pressione negativa e che abbia preferibile una sezione circolare. Le sezioni quadrate devono avere gli angoli arrotondati e devono essere adibite ad uso esclusivo per l’evacuazione dei fumi.
Sono vietate tutte le strozzature e non è possibile avere più di due cambi di direzione con angolo maggiore di 45°. Il comino va protetto con un comignolo che offra un’adeguata protezione dagli agenti atmosferici.
La normativa UNI 10683 dedica anche alcuni capitolo ai sistemi intubati e alle prescrizioni che questi devono rispettare per un corretto funzionamento. La quota di sbocco e il relativo posizionamento sono indicati in maniera specifica all’interno della normativa con quote e misure precise e le varie casistiche possibili – presenza di lucernari e abbaini, antenne, ….
Il fabbricante fornisce le istruzioni per la posa in opera e può avvenire solo dopo aver predisposto i collegamenti alle prese d’aria e alla canna fumaria. In ogni caso bisogna verificare che la temperatura delle superfici adiacenti l’apparecchio non superi gli 85°C.
Se il pavimento è costituito da materiale combustibile (pavimenti in legno), in corrispondenza dell’apparecchio va aggiunta una protezione fatta di materiale incombustibile con misure stabilite dalla normativa.
Una protezione deve essere prevista anche nel caso in cui ci siano travi e finiture in legno.
La prima accensione della stufa è un’operazione delicata che deve essere necessariamente effettuata un tecnico in conformità con le istruzioni previste dal fabbricante.
Per gli apparecchi ad alimentazione naturale, come le stufe a legna, va posta una piccola carica di accensione con circa 3kg di legna così da realizzare un fuoco moderato per almeno 10 minuti, In questo modo si garantisce il riscaldamento uniforme dell’apparecchio.
Per gli apparecchi ad alimentazione artificiale, come le stufe a pellet, si esegue la fase di accensione, si mantiene l’impianto funzionante per 15 minuti e poi si testa lo spegnimento.
I rivestimenti e finiture possono essere applicato solo dopo la prima prova di accensione e appurato che non ci siano anomalie o problemi all’impianto.
Al termine dell’installazione, il tecnico deve rilasciare la DiCo (dichiarazione di conformità dell’impianto), con allegato:
Ogni impianto regolamentato dalla norma UNI 10683 : 2012 deve essere sottoposto periodicamente a pulizia, controlli e manutenzione ordinaria.
Approfondimenti: Pulizia stufe a pellet – la guida completa per la corretta pulizia e manutenzione
La prima verifica riguarda la presa visione di tutta la documentazione, così da capire la manutenzione e i controlli effettuati in precedenza. Se assente, dovrà essere menzionata in forma scritta nel rapporto finale.
Il tecnico si accerta visivamente che il locale rispetti le dimensioni minime previste dalla normativa, che gli spazi di sicurezza adiacenti l’apparecchio siano rispettati, che le prese d’aria siano conformi e che non siano presenti materiali o ostacoli che impediscano il libero afflusso d’aria dall’apparecchio.
A questo punto viene esaminato l’apparecchio vero e proprio: si verifica la presenza di incrostazioni, ossidazioni o altre alterazioni che possano compromettere l’efficienza dell’impianto. Le guarnizioni devono essere funzionali, i materiali isolanti in buono stato e non devono esserci evidenti segni di usura o di deformazione.
Si effettua infine un esame visivo anche sul canale da fumo e sul camino, fin dove possibile, verificando che i regolatori di tiraggio siano puliti, che il condotto sia integro e non ci siano segni di fuoriuscita dei fumi. E’ importante verificare inoltre che al camino non si siano collegati altri utilizzatori in maniera impropria.
Una volta staccata l’alimentazione elettrica, si pulisce il focolare, gli scambiatori e i passaggi del fumo eliminando ogni segno di incrostazione e fuliggine. La griglia del focolare deve restare sgombra da scorie eliminando la cenere dal ceneraio o dal cassetto di raccolta. Si sostituiscono le guarnizioni usurate e si aspirano tutti i residui solidi.
La pulizia della canna fumaria va effettuata nel rispetto delle indicazioni elencate nella UNI 10847. Si verificano inoltre le canalizzazioni dell’aria ogni 5 anni e i motori elettrici ogni 2 anni.
Al termine della manutenzione è necessario rilasciare un rapporto al proprietario con tutte le situazioni riscontrate, gli interventi effettuati e i componenti sostituiti o riparati, le prescrizioni ed eventuali annotazioni.
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